Cari amici, scusate l’assenza ma una brutta influenza prima, e uno stupendo viaggio ad Istanbul poi, ci hanno tenute un pochino lontane dal blog. Ma ora ritorniamo alla grande, in primis con un piccolo reportage su questo nostro viaggio, sperando che la nostra esperienza e i nostri consigli possano tornare utili a qualcuno di voi.
Siamo partite insieme, mamma e figlia, beatamente sole, le due Staffette alla scoperta della Porta d’Oriente, un luogo in cui è ben evidente il mix di culture e popoli che costituisce non solo questa città, ma l’intera Turchia.
Siamo andate sole, senza un tuor organizzato, e vi assicuriamo che non ce n’è bisogno, sia per la facilità di movimento all’interno di Istanbul sia per la sensazione di sicurezza che abbiamo provato in ogni momento e in ogni luogo.
I costi di vita lì sono in generale molto contenuti. Metà del nostro budget totale è stato speso per il volo (250 euro a testa con Turkish, che merita veramente la coccarda di migliore compagnia europea; i pasti a bordo erano buonissimi, per non parlare del Turkish delight di benvenuto), con 200 euro abbiamo dormito 3 notti in un eccellente e comodissimo 4 stelle e gli altri 300 circa ci sono bastati per tutto: taxi e trasporti, musei, shopping, cene in ristoranti piuttosto rinomati.
Veniamo alle questioni pratiche.
Dove dormire? Noi siamo casualmente capitate all’Ottoman Imperial Hotel, un 4 stelle su di un lato di Aya Sofya. Abbiamo trovato una buonissima occasione con Trivago, e solo dopo abbiamo visto che era consigliato anche dalla Lonely Planet. Posizione comodissima (alle principali attrazioni ci si poteva andare in ciabatte tanto erano vicine, non più di 5 minuti a piedi), bello, pulito, tutti gentilissimi e cordiali. Unico piccolo neo la colazione, che cadeva un po’ in fallo sulla parte salata, mentre quella dolce era buonissima. All’interno dell’albergo si trova anche il ristorante Matbah, uno dei ristoranti di cucina ottomana più rinomati della città. I gusti sono particolari e ci sono piaciuti, ma i piatti sono grandi e bisogna avere stomaci forti e a cui piacciono i sapori molto dolci per riuscire a finirli. Voto totale 8!
Cosa vedere? Gli imperdibili sono i seguenti:
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il palazzo Topkapi, a cui dovrete dedicare almeno 3 ore di visita senza grosse soste; è di proporzioni enormi, sembra non finire mai, ma è assolutamente stupendo; mai visto niente di comparabile;
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Aya Sofya, per gli splendidi mosaici di epoca bizantina;
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la Moschea Blu, al cui interno abbiamo provato un senso di pace mai provato in nessun’altra struttura religiosa, né cattolica, né di altro genere; praticamente tutte le altre moschee sono identiche come struttura, ma con decori meno belli;
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la Moschea di Rustem Pasa; questa stupenda moschea ricoperta di piastrelle bianche, blu e turchesi è un vero gioiello; è piccola, poco nota e sopra il livello della strada, per cui dovrete cercarla attentamente altrimenti rischierete di passarci davanti senza accorgervene. Merita davvero la ricerca;
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il bazar delle spezie; a nostro avviso più interessante del Gran Bazar perché più simile ai suk; se volete gustarvelo con calma andateci di mattina presto, verso le 10 (non c’è tanta folla e i venditori si mettono a parlare con voi svelandovi ricette tipiche, aneddoti sulla storia turca e anche sulla loro vita), se invece volete vederlo affollato puntate sul primo pomeriggio;
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la Cisterna Basilica, la più grande cisterna sotterranea per la conservazione dell’acqua attualmente visitabile a Istanbul; è fantastica nella semioscurità, con le sue centinaia di colonne e le carpe gigantesche che sguazzano nell’acqua.
Dove mangiare? A Istanbul c’è l’imbarazzo della scelta perché esistono molte tradizioni culinarie diverse. Noi vi indichiamo i luoghi che ci sono rimasti nel cuore:
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Imbat, all’ottavo piano dell’albergo Orient Express in Hudavendigar Caddesi; vista stupenda sul Bosforo e cucina dell’Egeo; veramente ottimo per il suo rapporto qualità/prezzo;
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Cappadocia Restaurant, sempre in Hudavendigar Caddesi, a pochi passi dall’Imbat; cucina della Cappadocia, tipica delle popolazioni nomadi, seduti su tappeti e cuscini; da non perdere i gozlemeler, delle sorte di piadine ripiene che vedrete preparare in diretta da una signora in vetrina, e il firin sutlac sade, una crema di riso in cocotte davvero eccezionale;
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Hafiz Mustafà, una catena di caffetterie/pasticcerie dove assaggiare dei fantastici dolci e sorseggiare un tè turco o un tè al melograno;
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Namli, una gastronomia a pochi passi dal bazar delle spezie; al piano terra è possibile comprare stupende prelibatezze da gustare al primo e secondo piano, dove si trova una sorta di caffetteria/tavola calda.
4 comments
Grazie veramente un bel reportage. Buon rientro e buona fine settimana. Ciaooo
Bellissimo reportage ! E mi è piaciuto ancora di più perchè sono stata ad Istambul e ne sono tornata entusiasta. Ci tornerei 😉
quanto vorrei andarci,grazie per le preziose informazioni ! Buon fine settimana
grazie ma che bello! Sei stata davvero illuminante, sai?! Mi segno tutto!
baci