Nonostante i termini confettura e marmellata siano comunemente intesi come sinonimi, esiste una differenza. Il mio vecchissimo Talismano della felicità del 1949 dice che “si chiamano marmellate quelle preparazioni in cui la condensazione è ottenuta con zucchero e polpa di frutta passata al setaccio.
Si chiamano confetture quelle preparazioni nelle quali si fa cuocere nello zucchero frutta intera o tagliata a pezzi fino alla necessaria condensazione”. Dal 1982, invece, per effetto di una direttiva comunitaria, solo il prodotto ottenuto dagli agrumi può avere la denominazione di “marmellata”, mentre tutte le altre preparazioni vanno chiamate confettura.
Discorso a parte per le gelatine. Sono preparazioni a base di succo di frutta; il metodo più facile e veloce è quello di estrarre il succo con una centrifuga o con un estrattore!
Materiale necessario
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Frutta: ovviamente di buona qualità. Se utilizzate frutta con la buccia, come gli agrumi, è indispensabile che sia biologica e soprattutto non trattata. Il momento migliore per comprare la frutta è senz’altro quello in cui crollano i prezzi!!!
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Zucchero: scegliete voi se bianco o di canna, l’importante è che ne usiate un quantitativo sufficiente. Lo zucchero permette la conservazione della marmellata visto che non si aggiungono conservanti, come avviene a livello industriale. Naturalmente il quantitativo dipende molto dal tipo di frutta e dal suo grado zuccherino.
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Pectina e similari: se usate la pectina (che trovate in farmacia) dovete calcolare di aggiungerne circa l’1% sul prodotto netto. Se invece usate il Fruttapec seguite le istruzioni. In entrambi i casi, la soluzione non è male soprattutto se avete poco tempo a disposizione, ma tenete presente che è meglio consumare il prodotto entro 5-6 mesi! Personalmente, utilizzo la pectina unicamente per le gelatine, così si riesce a mantenere un bel colore chiaro e trasparente.
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Pentola: gli esperti consigliano quella in rame. Io non la amo molto e uso una comunissima pentola di acciaio a fondo spesso.
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Mestolo: se amate fare le marmellate, tenete un mestolo esclusivamente per questa funzione in modo che non ci sia trasmissione di odori/sapori di altro tipo.
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Barattoli: fondamentale chi siano puliti e possibilmente senza odori di precedenti preparazioni (magari salate!). Prima di riempirli metterli in forno caldo (a 120°) per 10-15 minuti. In questo modo si sterilizzano e non hanno uno shock termico quando versate la marmellata calda. Un discorso a parte per i tappi, che invece devono essere sempre nuovi. Non serve sterilizzarli perché lo sono già. Personalmente utilizzo sia i vasetti che i tappi della Bormioli, con cui mi trovo molto bene.
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Imbuto: facilita molto l’operazione di riempimento. Se potete, cercate quello con il doppio beccuccio, utile con qualsiasi tipo di vasetto.
2 comments
Ben spiegato. Io sapevo che una volta l'unica a fregiarssi del titolo di marmellata era quella alle arance prettamente inglese 😀 ormai come dici tu le due definizioni si mescolano perchè nessuno pensa o segue …
Ciaooo carissima un abbraccio-
PS. Io adoro la confettura di albicocche quella con pezzettoni guai se l'ho a casa se è chiusa resisto ma se aperta è un guaio per la mia glice.
Grazie per la spiegazione! Lo sai che non mi sono mai cimentata nella preparazione di marmellate e confetture? Le ricevo sempre da mia suocera o da mia madre…ma ora voglio proprio provare!